Miglior Sommelier d’Italia ASPI 2018

Sommelier, sul podio due milanesi Davide Dar genio e Paolo Saccone al primo e secondo posto –

MILANO NON È UN DOGMA. Ma è un responso che stabilisce una gerarchia e che condizionerà – è certo – la vita professionale degli interessati.

Ieri sera, al Grand Visconti Palace di viale Isonzo e al temine di una maratona di prove classiche e a sorpresa, abbinamenti cibo/vino/bevande e degustazioni alla cieca di 3 vini con descrizione in lingua straniera, la sentenza della giuria di esperti scelti da Aspi (associazione della Sommellerie Professionale) è stata lapidaria:

È Davide Dargenio il «Miglior Sommelier d’Italia 2018», 28enne di origine pugliese ma cresciuto a Milano e che a Milano ha studiato e si è formato, esattamente all’istituto Carlo Porta, prima di fare esperienza e lavorare in numerosi ristoranti stellati in Inghilterra (Bray e Oxford), in Francia (in due prestigiosi locali della Provenza) e in Svizzera (a Verbier e a Montreaux) per poi sbarcare a Losanna dove attualmente è occupato come chef sommelier e formatore al Le Berceau des Sens, ristorante di applicazione della prestigiosa scuola alberghiera E.H.L. di Losanna.

E la vittoria l’ha invece sfiorata un altro milanese, Paolo Saccone, 33 anni, arrivato al secondo posto, che nel capoluogo lombardo è nato e dove ha anch’egli studiato, sempre al «Carlo Porta», con un’esperienza notevole maturata tra Parigi e Londra e attualmente con un incarico di Group Sommelier per il Dedes Group a Sydney, in Australia.

Mentre il terzo posto è stato assegnato a Salvatore Castano, capo sommelier al ristorante Mash di Londra, anch’egli nella rosa dei «best of» uscita dalla selezione che sabato aveva visto affrontarsi dodici candidati, tutti italiani, ma per gran parte con ruoli gratificanti in ristoranti e alberghi all’estero.

SEMPRE IERI, assegnato anche il titolo di «miglior assaggiatore» promosso da Onav, l’organizzazione nazionale degli assaggiatori di vino: il riconoscimento è andato a Marco Passarelli. E grande risalto ha avuto anche l’assegnazione al toscano Francesco Cosci del «Premio Fondazione Birra Moretti», vetrina dovuta per una bevanda che sta spopolando tra i consumatori e che ha un forte appeal anche negli abbinamenti in cucina.

Paolo Galliani

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