Matteo Ghiringhelli

Dopo aver frequentato l’Istituto Carlo Porta di Milano, Matteo intraprende differenti esperienze lavorative all’estero, fra queste quelle di Commis Sommelier al Waterside Inn Restaurant a Londra e al Four Seasons Hotel George V di Parigi per poi approdare a Il Vino d’Enrico Bernardo, sempre a Parigi, dove rimane per ben 6 anni.

Matteo ha lavorato per 8 anni all’estero e da poco é rientrato in Italia, la nostra domanda é quindi la seguente: come vedi la Sommellerie nel nostro Paese?
“Palazzo Parigi, a Milano, è in effetti la prima esperienza vera e propria per me in Italia a livello lavorativo, e devo dire che le aspettative erano altre… Trovo che in un Paese come il nostro, così ricco di cultura, storia, tradizione e amore per il vino e il piacere della tavola, sia davvero un peccato che il sommelier non trovi il suo spazio al 100% nelle strutture alberghiere e ristorative. Dico questo perché, analizzando il mio lavoro di tutti i giorni ed ascoltando i miei colleghi italiani, penso che la figura del sommelier debba ancora essere capita veramente, sia dal datore di lavoro, sia da gran parte dei clienti. L’importanza di avere un professionista va sfruttata al massimo ma per il vero valore che il sommelier può portare all’azienda.
Troppo spesso siamo visti come figure “camaleonte” che devono coprire più ruoli, come il direttore di sala, il maitre d’hotel o addirittura il barman, ma io credo che in verità il sommelier sia un ruolo a se stante che può completare questi ultimi ma di certo non rimpiazzarli completamente. Il lavoro di un sommelier è una professione, un’arte che si coltiva giorno per giorno con tanta passione, e non possono bastare dei corsi improvvisati e una base di conoscenza, facendo in verità un lavoro diverso, per definirsi professionisti.
Ma questo è un messaggio che solo noi sommelier italiani possiamo far passare mettendo tutti i giorni convinzione, perseveranza e professionalità in quello che facciamo giorno dopo giorno.”