Il Sommelier intervista….CONSORZIO TUTELA VALCALEPIO

In compagnia del neo eletto presidente Marco Locatelli, incaricato di questa veste da 24 Ottobre 2023, facciamo un piccolo viaggio nel vasto territorio bergamsco, dove il Consorzio si pone obiettivi molto ambiziosi.
Bergamo è conosciuta per molte bellezze, da città alta, alle valli, alle prealpi orobiche, ma molto spesso ci si dimentica di una forte proposta di vini di assoluto livello.
Marco Locatelli è una persona squisita, molto competente nel suo lavoro ed è stato di una gentilezza infinita nel dedicarsi a questa intervista, già molto impegnato nel suo ruolo da vignaiolo nella sua azienda agricola “Tosca” e ora anche Presidente del Consorzio tutela Vini Valcalepio

Presidente Marco Locatelli, come si sente nella doppia veste di produttore e presidente?
M.L: É per me un immenso onore essere alla guida di questo importante Consorzio, la responsabilità di fare il presidente è maggiore del solo essere produttore consorziato e cercherò di
svolgere il mio lavoro al meglio, mantenendo ad alti livelli il nome Valcalepio, riconosciuto come sinonimo di qualità.

Un lavoro importante da costruire per il futuro?
M.L.; C’è tanto da fare all’interno del Consorzio e tanto lavoro da portare avanti, anche se abbiamo la fortuna di avere una macchina ben avviata e organizzata, con ottimi produttori.
Gli obiettivi saranno quelli di perfezionare il lavoro all’interno della Valcalepio, essere di supporto ai produttori, migliorare la presenza del Consorzio nel mondo del vino, coinvolgere di più
i produttori con tutta la loro esperienza e professionalità.

Dal 1974, come valuta la crescita del Consorzio Valcalepio?
M.L: All’inizio eravamo una ventina di associati, ad oggi siamo più o meno 80, che rappresentano circa l’80% della produzione bergamasca.
Il Consorzio, parlando anche da produttore, rappresenta un importante aiuto ai vignaioli, deve essere sinonimo di unità e di collaborazione.
Tra i produttori ci deve essere gioco di squadra, aiuto e consiglio per mantenere sempre elevata la qualità del prodotto della terra bergamasca.
Il Consorzio Valcalepio, oltre che accompagnare nel lavoro i vignaioli, deve anche difendere questo obiettivo di mantenimento della qualità e difatti, è uno dei pochi ad essere autorizzato dal Ministero, ad avere poteri di controllo, verificando che il disciplinare venga seguito alla lettera.

Qualità come obiettivo da preservare e migliorare?
M.L.: Assolutamente. La provincia di Bergamo è sempre stata caratterizzata dalla viticoltura, ha radici molto antiche, su tutto il territorio, che si sviluppa per circa 70 km, dalle sponde del lago d’Iseo, fino a ovest, sulle rive dell’Adda. Sarebbe impensabile lasciare andare una prezioso gioiello come questo territorio, ai piedi delle mura di Bergamo.
Non bisogna assolutamente dimenticare il forte apporto di viaggiatori che propone l’aereoporto
“Il Caravaggio” di Orio al Serio,che negli ultimi anni sta riportando numeri di assoluto livello. Questo deve essere una forte motivazione per attrarre gli appassionati di vino a visitare la bergamasca, non solo per le bellezze architettoniche e naturali, ma anche per una proposta enologica di assoluto livello.
Ricordiamo che la provincia di bergamo, propone sul mercato vini due denominazioni ad Origine (Terre del Colleoni o Colleoni DOC, Valcalepio DOC) e una Indicazione Geografica che è Bergamasca IGT.

Parliamo di vitigni della bergamasca, i più interessanti e innovativi?
M.L.: I vitigni più coltivati sono sicuramente Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, per i quali riusciamo ad ottenere tagli bordolesi molto interessanti tra i nostri consorziati. Ma anche Incrocio Manzoni, Incrocio Terzi, il Franconia senza dimenticare il forte apporto del Moscato di Scanzo in tutte le sue forme.
Insomma un bel ventaglio di uve, cui si aggiungono i vitigni PIWI (resistenti) che, visto il difficoltoso cambiamento climatico in atto, potranno dare una grossa mano ai viticoltori.
Voglio anche sottolineare che la nostra zona è molto vantaggiosa, un terreno ricco e variegato, esposizione e ore luce di livello importante, un clima anche fresco nonostante le ultime estati torride e siccitose, una consapevolezza e conoscenza maggiore dei produttori, mi spingono a portare avanti la mia idea che il prodotto delle vigne di Bergamo può e deve essere riconosciuto non solo a livello nazionale, e questo sarà anche un obiettivo personale della mia guida al Consorzio.

Circa due anni fa, sono state avviate le pratiche per la richiesta di modifica del disciplinare, inserendo la menzione DOCG per la tipologia VALCALEPIO ROSSO RISERVA. Come sta progredendo questo percorso?
M.L.: È una strada lunga e complessa, perché la richiesta è stata avviata da circa un paio di anni ed ha un iter di circa 5 anni.
La Riserva di Valcalepio in questo momento, non è altro che un allungamento della maturazione del Valcalepio Classico, prima della messa in commercio.
La nuova Riserva DOCG, vuole essere una denominazione a sé stante, già a partire dai vigneti e la proposta è quella che le uve atte a diventare DOCG Riserva, dovranno essere raccolte e vinificate separatamente.
Al momento nel disciplinare Valcalepio, questa cosa non è prevista, dunque per richiedere una modifica di questa importanza nel disciplinare, le uve destinate alla Denominazione Garantita, dovranno essere separate e verificate da quelle destinate alla menzione classico, per 5 anni.
Dopo questo quinquennio, e le dovute modifiche al disciplinare, potremo ottenere la menzione DOCG, che già per la qualità che riusciamo ad ottenere dai nostri Rosso Valcalepio, siamo convinti che la denominazione garantita possa essere un faro per la produzione bergamasca e possa attirare maggiori consumatori e appassionati verso i nostri prodotti, che mi sento già di definire degni di attenzione.
Oltretutto per il lavoro, l’attenzione e la sapienza che hanno i vignaioli consorziati, sarebbe il meritato riconoscimento alla loro opera.

Altre curiosità in merito alle altre denominazioni?
M.L.: Negli ultimi anni, oltre che ad una semplificazione dei confini all’interno del disciplinare, ma visto anche le difficoltà dal punto di vista climatico, abbiamo richiesto di modificare la percentuale di Cabernet Sauvignon nel disciplinare, per dare un vincolo minore al produttore.
La richiesta avanzata è quella di portare la presenza del Cabernet dal 25% ad un 10%, potendo così alzare la percentuale di Merlot oppure introdurre altre uve autoctone o di nuovo inserimento,
con una percentuale massima del 15%.
Alcune di queste uve sono la Merera, la Franconia, Incrocio Terzi e il Rebo. Con questi vitigni vogliamo dare un indirizzo territoriale ai nostri prodotti e un aiuto maggiore alla produzione, visto i problemi legati al clima, che il Cabernet soffre.

Come si pongono i vini della Valcalepio sul mercato?
M.L. In Italia la parte del leone la fa la Lombardia, l’80% delle vendite avviene in questa regione.
A livello di ristorazione, sicuramente ci sarà la volontà di portare più vini della
Valcalepio DOC nelle carte dei ristoranti, soprattutto nei ristoranti fuori Lombardia.
C’è da segnalare con orgoglio la presenza di ristoranti bergamaschi con il 100% di vini solo del territorio.

Alcuni riconoscimenti ottenuti dalle etichette del Consorzio?
M.L.: Ne abbiamo ottenuti diversi, e vorrei ricordare una manifestazione per noi molto importante,
“Emozioni dal Mondo”, promosso dal Consorzio, uno dei tre Concorsi dedicati al
“taglio Bordolese” riconosciuto dall’ OIV (Organisation International de la Vigne et du Vin -ndr-).
Ogni anno, 4 o 5 etichette di Valcalepio ottengono dei premi, e questo ci riempe di orgoglio e ci sprona continuamente a migliorare la qualità dei prodotti.

Facciamo un salto nel mondo di ASPI che guarda principalmente al mondo della ristorazione e abbinamento vini, in che situazione si trova il vino della Valcalepio nella ristorazione e se lo possiamo trovare anche in qualche stellato?
M.L.: Per esperienza mia personale, frequentando ultimamente diversi ristoranti, trovo sempre più spesso etichette dei nostri consorziati e qualcuno anche in ristoranti prestigiosi. La parte del leone la fanno ancora i nostri prodotti a base di uve a grappoli rossi.
Non dimentichiamo che la cucina bergamasca ha alzato parecchio il livello, come possiamo anche vedere dai riconoscimenti ottenuti da Gambero Rosso, Slow Food, il Golosario. Chiaramente proponendo una cucina di livello, i nostri vini sono pronti ad affrontare questa richiesta di qualità e ho notato che, anche nel milanese, nelle carte vini sono presenti i vini della bergamasca.
L’obiettivo del Consorzio è anche quello di migliorare la presenza sul territorio italiano, promuovendo la qualità e mostrando come possa essere ben abbinabile un vino a menzione Valcalepio, Bergamasca ecc…

Come vedrebbe un Sommelier all’interno del Consorzio, in veste di comunicatore, che possa incentivare la curiosità del cliente sul vino Valcalepio DOC?
M.L.: Una validissima figura che potrebbe aiutare non solo il Consorzio Valcalepio ma qualsiasi ente nel mondo del vino. Una figura preparata, professionale, che possa raccontare il vino in modo “affascinante”, consigliare un certo tipo di abbinamento è molto importante per aggiungere valore al prodotto stesso, in questo caso i nostri vini Valcalepio. In certe situazioni ci appoggiamo a figure del genere, riscuotendo risultati positivi e nel futuro sarà sempre più importante il Sommelier come supporto.

Ringraziamo il presidente Marco Locatelli per la disponibilità.
Qui sotto trovate i contatti del Consorzio. Vi invitiamo nella terra bergamasca per un assaggio dei nostri vini, accompagnati da eccellenti formaggi, salumi, polenta e selvaggina, che da tradizione compaiono sulle tavole bergamasche.

Via Bergamo, 10 – 24060 San Paolo d’ Argon (Bg)
035.95.39.57
ctv@valcalepio.org
https://www.valcalepio.org/
Intervista e articolo di Simone Della Torre

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